Mi chiamo Paolo Giraudo, vivo a Valdieri e sono un artigiano artista. Amo il mio lavoro, amo i miei monti, amo il legno e tutto ciò che si può fare con esso, dalla scultura agli strumenti musicali. Polvere è il mio cane, che amo immensamente. Mi piace scrivere, mi piace fotografare, mi piace filmare, mi piace osservare, mi piace respirare aria limpida, mi piace sentire il cuore che batte forte, mi piace la compagnia, mi piace vivere nel miglior modo possibile con ciò che mi sta intorno.
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venerdì 27 marzo 2015
Ancora una meraviglia
Ultima meraviglia prima che scocchi la mezzanotte, mentre torno a casa dal corso di scultura. I faggi di Madonna del Colletto si lasciano accarezzare, restano immobili. Il loro profilo si vede nettamente. Questi alberi li riconosco, so esattamente dove si trovano, ma mai a mezzanotte mi era capitato di vederli.
giovedì 26 marzo 2015
mercoledì 25 marzo 2015
martedì 24 marzo 2015
Giornata di pioggia primaverile
Oggi giornata piovosa . Dentro al Laboratorio però come sempre si stava bene, con la caldaia accesa. Gli organetti "Zuccherini" procedono. Oggi ho posizionato tutti i tasti dell'aria e finito le traforazioni sul fondo della cassa dei bassi. Ho traforato una stella occitana stilizzata e il mio simbolo, il cuore col tridente. Poi ho cominciato a fare i piedini, sempre per la stessa parte di cassa, che serviranno per appoggiare l'organetto a terra, nella sua posizione a riposo. E' troppo bello costruire questi strumenti, è veramente un lavoro che mi piace e mi fa volare le giornate. Fuori intanto il cortile del laboratorio si sta pulendo dalla neve, ormai la trincea, che a febbraio era alta più di un metro è quasi sparita. Polvere è passata a scavare dalla neve al terreno, per nascondere le sue ossa. Questa pioggia fa gonfiare le gemme del ciclamino, del glicine, dei ciliegi, non mancherà molto tempo allo sbocciare della primavera. E' sempre così, in poco tempo tra marzo e aprile si passa dal bianco al verde pieno di colori in un batter d'occhio, domenica cambierà l'ora. Tutto ciò mi piace.
domenica 22 marzo 2015
Racconti di un Faggio
Un albero si ricorda benissimo tutto dai primi giorni di vita. Quell’anno mi ricordo bene l’energia e la voglia di conoscere il mondo che avevo in quei primi due mesi di vita, ma ricordo anche benissimo la prima seria difficoltà che mi si presentò durante l’estate, che mi smorzò drasticamente l’energia, che avevo avuto così forte fino a quel momento. Dalla fine del mese di giugno non cadde più una goccia d’acqua e il caldo diventò insopportabile. Questa situazione durò fin dopo la metà di Agosto e per me fu veramente difficile, come lo fu per tanti altri alberi la intorno. Guardavo continuamente il bosco alla mia sinistra, che era troppo distante da me almeno cento metri. Avrei voluto stare la in mezzo, sotto l’ombra di quei giganti, ma ormai le mie radici erano li e dovevo inventarmi qualcosa. Decisi di utilizzare la poca energia che avevo per andare in profondità nel terreno, dovevo rinunciare a vedere lontano per un po’ di tempo, fermare la nascita di nuove foglie e gemme , perché volevo vivere e dovevo cercare umidità sotto terra. Ogni giorno scendevo di qualche centimetro ma non era facile perché per andare in profondità dovevo aggirare molte pietre e questo era sfiancante. Per fortuna al tramonto e all’alba riuscivo a catturare qualche goccia di condensa che si formava grazie allo sbalzo di temperatura. Avevo si e no 10 foglie, che a metà di Agosto cominciarono ad ingiallire, ero molto stanco e preoccupato. I giorni successivi cominciò a cambiare qualcosa. La temperatura si abbassò drasticamente e anche se non c’era una nuvola in giro, durante la notte si formavano molte gocce di rugiada che furono la mia salvezza. Poi finalmente un pomeriggio tardi arrivarono dei nuvoloni scuri e inquietanti, accompagnati da tuoni e fulmini, per me ancora sconosciuti. Ma non ebbi nessuna paura, perchè furono per me letteralmente manna dal cielo.
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