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sabato 14 marzo 2015

Racconti di un faggio


Ho un'ambizione, probabilmente sopra le mie possibilità. Mi piace scrivere. Così ogni tanto do sfogo alla fantasia e mescolo i miei pensieri a quello che osservo attorno  a me, nel luogo in cui vivo. Boschi, alberi, montagne, sogni, animali, legno, amicizie, persone, gnomi, fate e folletti, lune, albe, tramonti, cieli azzurri, neve, pietre, fatica, allegria.. 
Questo è un estratto di qualcosa che sto scrivendo. Vorrei scrivere un libro che è la storia di un faggio. Cerco di immaginare le sue sensazioni. Ciò che osserva ciò che ascolta, ciò che vive ed ha vissuto quotidianamente in secoli di vita, che continua tutt'ora. Questo è uno stralcio.

La prima volta che vide un uomo.

Mi tornò l’energia e la voglia di scoprire il mondo, osservai molti animali, sia volatili che quadrupedi e per la prima volta verso la fine di settembre, vidi un uomo. Quel giorno ebbi la percezione che stava per succedere qualcosa di diverso e lo avvertii dal comportamenti di alcuni animali. Prima vidi correre una volpe molto veloce come se stesse scappando da qualcosa.
Arrivò in gran furia dal bosco alla mia sinistra. Mi passò molto vicino ma senza toccarmi e continuò la sua corsa veloce senza mai fermarsi finchè sparì dalla mia vista, poi passarono un gruppetto di cornacchie nella stessa direzione , poi altri volatili. Poco dopo nello stesso identico percorso arrivò un cane. Era la prima volta che vedevo un animale simile. Molto bello, marrone scuro con il pelo arruffato.  Aveva un nasone grosso nero e due orecchie  penzolanti.  Aveva un aspetto molto forzuto e muscoloso. Correva meno agilmente della volpe, e continuamente con il naso sul terreno.  Si fermò a qualche metro da me, lo potei osservare molto bene, continuava ad annusare il terreno e ogni tanto alzava lo sguardo girandosi verso il bosco. Proprio da li poco dopo sentii un fischio, seguito da un richiamo vocale. Il cane infatti tornò indietro in quella direzione.  Qualche minuto dopo ripassò il cane lentamente, seguito da un altro stranissimo animale. Fino ad allora avevo solo visto animali a quattro zampe a parte tantissimi uccelli. Adesso so di che tipo di animale si tratta, ma allora era il primo che vedevo e ve lo voglio descrivere con le mie sensazioni di quel giorno. Aveva una  strana struttura, alto e stretto e camminava su due zampe, le altre pendevano da più in alto e arrivavano a metà del corpo. Sulla testa aveva qualcosa che sembrava un fungo e portava addosso dei tessuti strani, sulla schiena un grande fagotto. Ad una zampa penzolante impugnava un ramo d’albero che usava come terzo appoggio . Il viso era liscio, ma da una certa parte in giù era ricoperto di pelo grigiastro. Passando davanti a me e si fermarono al larice poco distante. Quell’essere strano aprì il fagotto che portava sulla schiena e tirò fuori un contenitore strano che portò vicino alla bocca. Capii dopo che si trattava di acqua. Non disse nulla e pochi istanti dopo se ne andarono.  Ebbi una strana sensazione, come se quell’ essere incutesse timore agli altri animali del bosco e trovai strano che un altro animale a quattro zampe, del tutto diverso, fosse così amico suo, anzi sembrava quasi che dipendesse da lui. Questa fu la prima volta che vidi un uomo, ma poi nell’arco della mia vita ne ho visti e ne vedo tuttora tantissimi.

4 commenti:

  1. Mi piace leggere ciò che scrivi, perchè è semplice come semplice è la natura. Complimenti, non smettere mai. Grazie. Laura

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  2. qualcuno disse che nella vita un uomo dovrebbe fare tre cose. Piantare un albero, fare un figlio e scrivere un libro. Io l'ho fatto e non mi son trovato male.
    franco

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  3. Mi piace....continua a scrivere ma soprattutto a trasmettere. ... :-) grazie Giusy

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