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domenica 22 marzo 2015

Racconti di un Faggio


Un albero si ricorda benissimo tutto dai primi giorni di vita. Quell’anno mi ricordo bene l’energia e la voglia di conoscere il mondo che avevo in quei primi due mesi di vita, ma ricordo anche benissimo la prima seria difficoltà che mi si presentò durante l’estate, che mi smorzò drasticamente l’energia, che avevo avuto così forte fino a quel momento. Dalla fine del mese di giugno non cadde più una goccia d’acqua e il caldo diventò insopportabile. Questa situazione durò fin dopo la metà di Agosto e per me fu veramente difficile, come lo fu per tanti altri alberi la intorno. Guardavo continuamente il bosco alla mia sinistra, che era troppo distante da me almeno cento metri. Avrei voluto stare la in mezzo, sotto l’ombra di quei giganti, ma ormai le mie radici erano li e dovevo inventarmi qualcosa. Decisi di utilizzare la poca energia che avevo per andare in profondità nel terreno, dovevo rinunciare a vedere lontano per un po’ di tempo, fermare la nascita di nuove foglie e gemme , perché volevo vivere e dovevo cercare umidità sotto terra. Ogni giorno scendevo di qualche centimetro ma non era facile perché per andare in profondità dovevo aggirare molte pietre e questo era sfiancante. Per fortuna al tramonto e all’alba riuscivo a catturare qualche goccia di condensa che si formava grazie allo sbalzo di temperatura. Avevo si e no 10 foglie,  che a metà di Agosto cominciarono ad ingiallire, ero molto stanco e preoccupato. I giorni successivi cominciò a cambiare qualcosa. La temperatura si abbassò drasticamente e anche se non c’era una nuvola in giro, durante la notte si formavano molte gocce di rugiada che furono la mia salvezza. Poi finalmente un pomeriggio tardi arrivarono dei nuvoloni scuri e inquietanti, accompagnati da tuoni e fulmini, per me ancora sconosciuti. Ma non ebbi nessuna paura, perchè furono per me letteralmente manna dal cielo.

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