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lunedì 6 aprile 2015

Ho incrociato lo sguardo di un cervo




Sono un po di anni che giro e frequento i boschi attorno a Valdieri. Mi sto accorgendo che negli ultimi anni si vedono sempre più animali selvatici. Penso soprattutto per due motivi. Uno che i boschi stanno aumentando notevolmente, l'abbandono del territorio inevitabilmente porta a questo.  Per me non è ne un bene ne un male, è un'evoluzione naturale inarrestabile che non possiamo che accettare. Sinceramente però sarei molto più preoccupato del processo inverso, ovvero che l'uomo si espandesse come è successo in passato, ma con i mezzi e la tecnologia dei giorni nostri ho paura che come sempre , si lasci sfuggire di mano la situazione. L'altro motivo per cui si vedono tanti più animali è il fatto che l'uomo abbia introdotto volontariamente delle specie, pensando come sempre di gestire tutto. Ovviamente questa cosa è sfuggita.. Due esempi su tutti i caprioli e i cinghiali. Penso che ora ce ne siano troppi, e non so se quando sono stati introdotti, da qualcuno, quel qualcuno avesse mai pensato che si riproducono da soli con annessi e connessi. A me personalmente non danno fastidio,  soprattutto perchè la colpa non è loro. Dal momento che ci sono hanno diritto di cercarsi cibo come sono in grado di fare. Non imbraccerò mai un fucile per sparare a un animale ma se un cinghiale o un capriolo viene dietro casa nel mio orto a disfarmi tutto penso che mi incazzerei e farei di tutto per scoraggiarlo a tornare anche con maniere forti.
Ieri invece per la prima volta ho incrociato lo sguardo di un cervo. Anche questo animale è stato reintrodotto anni fa. Ora lascio perdere le questioni se sia giusto o non giusto, ma vorrei soffermarmi sulla sensazione che ho provato nel guardare negli occhi un grande cervo maschio adulto.
Ero sopra i boschi di castagni dietro Valdieri seduto su una roccia che spicca dal bosco, da dove si gode di una bellissima vista, sul Lausetto, il Gelas, La Aiera di Entracque, e tutte le montagne di fronte al paese fino ad arrivare a Andonno. Come sempre facevo foto e ascoltavo e osservavo il bosco dall'alto. C'era una nevicata fresca 5/ 10 cm di neve molle primaverile. Polvere era con me, ma era da un po che correva su e giù, di qua e di la, dietro i caprioli come fa sempre. Impossibile tenerla, va letteralmente fuori di testa, come fanno quasi tutti i cani quando vedono un animale scappare davanti a loro. L'istinto di corrergli dietro è irrefrenabile. Nel silenzio più totale sento arrivare qualcosa di corsa nel bosco sotto di me. Penso spinto da Polvere. Sentivo rami secchi che si spaccavano già in lontananza sotto le zampe di un qualche animale pesante. Riesco a vedere già da lontano questo essere anche per il fatto che il bosco è innevato. Polvere però non la vedo. Lui arriva fin sotto la roccia dove io sono immobile, con una giacca grigia e per questo forse non mi ha visto. Si ferma con la lingua fuori e vedo uscirgli il vapore dalle narici. Vedo le sue grandi corna inequivocabili. Io porto la macchina fotografica davanti al mio viso. Eravamo ad una quindicina di metri, io sull'alto di questa roccia. Lui nota il mio movimento e mi centra con lo sguardo. Ci siamo guardati proprio negli occhi per quei 5 secondi, che mi hanno fatto perdere l'attimo per scattare la foto. Dopo di che è partito a razzo tornando da dove era arrivato. Sono riuscito a scattare solo questa foto, neanche chiara. Ma guardare negli occhi un grande animale selvatico a pochi metri è una sensazione che mi è piaciuta molto. Vale di più di essere riuscito a fare una bella foto. E' un contatto avvenuto con un vero abitante del bosco, uno di quei tanti abitanti misteriosi e quasi invisibili.
Polvere è tornata dopo 10 minuti, fradicia ma ancora piena di energia.
 


 

1 commento:

  1. grazie alla tua splendida descrizione anch'io ho visto gli occhi del più regale animale selvatico...

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